Gesù passa ancora oggi tra la folla. Ed è giusto che sia cosi, come faceva ai tempi del Vangelo. Non più in carne ossa come allora, quando i lebbrosi e le vedove accorrevano per toccargli le vesti, confidando in una benedizione o una grazia, ma vivo e presente nell’Eucaristia: il Suo Corpo non ha più indosso vestiti di tessuto, ma è rispettosamente incorniciato da un raffinato e rispettoso ostensorio che ne accresce la bellezza e la lucentezza.
Stretto tra le mani consacrate e gradite a Dio di Don Adriano Gennari, Superiore dei Sacerdoti dell’Ordine di San Giuseppe Benedetto, il Santissimo Sacramento nell’ostensorio ha incontrato i volti, le storie e la commozione profonda e composta di quasi un migliaio di fedeli pronti a inginocchiarsi con tanto di segno della croce al Suo passaggio, giunti da ogni dove per partecipare alla Santa Messa di sabato 20 ottobre scorso.
Una celebrazione eucaristica attesa, intensa e accorata, seguita da un tempo di adorazione eucaristica con preghiere di domanda e intercessione per bisognosi, poveri, malati e sofferenti, animata da Don Gennari, che ha concelebrato insieme a Don Emilio Carrera, parroco della ultramillenaria Abbazia di San Lanfranco, che per lo stesso Don Adriano Gennari ha da anni soltanto parole di stima sincera.
“La processione eucaristica è uno dei momenti più intensi della vita del cristiano”, spiega Laura, una dei fedeli presenti in chiesa.
“Stare per qualche istante in silenzio e compostezza innanzi a Gesù Santissimo Sacramento e portare a lui, con occhi e cuore, la propria vita, conforta e dà speranza al tempo stesso”, le fa eco Rachele, un’altra donna che ha partecipato alla funzione.
La Santa Messa presieduta da Don Gennari ha uno stile solenne, in cui si sprigiona una raccolta commozione spontanea che nasce dal cuore vivo dei credenti.
Nessun sensazionalismo o teatralità, nessun canto o gesto fuori posto, ma solo la fede genuina e magnetica di un grande ministro di Dio che da oltre 41 anni, con la preghiera autentica e le opere di carità frutto di un cuore nobile e puro come quello dei Santi Sociali, più che degno discepolo del caposcuola degli apostoli della Divina Provvidenza San Giuseppe Benedetto Cottolengo, continua a intercedere al Padre per mezzo del Figlio, portando a Gesù le vite e le miserie degli uomini del nostro tempo.
Miserie che soltanto Cristo (questo lo ribadisce chiaramente per primo sempre Don Adriano), quando ciò che si chiede rientra nella Volontà di Dio, può trasformare in grazie di cui dare testimonianza, come dice il Vangelo (e come ha spesso altresì correttamente e ripetutamente scritto nei giorni scorsi anche sulla nostra testata e sui media il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra).
Come si può ampiamente leggere sul sito www.cenacoloeucaristico.it, la Onlus caritatevole e altresì Comunità di preghiera e di fedeli in cammino fondata da Don Adriano Gennari e ufficialmente canonicamente riconosciuta da Sua Eccellenza Monsignor Arcivescovo Cesare Nosiglia: che, fra l’altro, con lo stesso Don Gennari ha più volte servito ai tavoli alla ‘Mensa dei Poveri’ da quest’ultimo fondata nel 2008 nel cuore di Torino, raccogliendo per primo l’invito del proprio Episcopo da sempre sensibile alle necessità degli indigenti de capoluogo piemontese.
Don Adriano, così come più semplicemente tutti lo conoscono in Italia e nel mondo, è un operoso, silente e straordinario esempio che dimostra come la santità cammini ancora anche sulle strade dell’uomo contemporaneo, attirando sempre nuovi fedeli, pecorelle smarrite e altrettanti cuori e anime a Gesù, in un’epoca storica in cui anche la Chiesa è chiamata a confrontarsi con una crescente e imperante forma di secolarizzazione diffusa.