La morte di Giulia Maria Crespi, avvenuta nei giorni scorsi, è senza dubbio l’occasione per ricordare come l’Est Ticino- e tutto il territorio del Parco- sia stato e sia ancora oggi, a distanza di quasi mezzo secolo, la sede della prima e più importante azienda agricola biodinamica della Lombardia: le cascine Orsine di Bereguardo, la realtà agricola (e filosofica) immersa nel verde di un paese a ridosso di Motta Visconti e dell’Abbiatense, il primo in provincia di Pavia venendo appunto da Bià.
L’ideatrice del FAI, la paladina indefessa dell’ambiente (tenace sino ai 97 anni, l’età che aveva al momento di congedarsi dalla vita), è stata soprattutto una imprenditrice agricola appassionata e decisamente in anticipo sui tempi.
Come ci ha ricordato spesso Lele Corti, che con la sua Caremma si è indirizzato alla produzione biologica nel 1988, le Orsine sono sempre state molto più di una semplice azienda agricola.
Grazie al supporto del figlio Aldo Paravicini Crespi (morto in un incidente nel maggio scorsio), Cascine Orsine è una realtà a totale produzione biodinamica dal 1976. Un “pioniere” della produzione biodinamica in Italia. Cascine Orsine coltiva e produce oggi con la stessa passione e rigore che ne hanno ispirato la filosofia.
Chi vi si reca, passando per il fitto viale alberato che conduce alla proprietà, trova ancora oggi uno spaccio sempre aperto ed un ristorante che serve piatti ricavati dalla materia prima coltivata in azienda nel fine settimana.
Ma di cosa si parla e cosa intendiamo, oggi, col termine ‘biodinamica’?
Una pratica ulteriore anche rispetto all’agricoltura biologica, che come noto NON prevede l’utilizzo di prodotti chimici. Lo spiega chiaramente una nota che si può leggere sul sito delle Orsine.
La nascita dell’agricoltura biodinamica si può far risalire al famoso corso che Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, tenne a Koberwitz ( Slesia ), nel 1924, ad un gruppo di agricoltori , proprietari terrieri, che gli chiedevano come intervenire sulla fertilità e vitalità dei terreni.
Il risultato fu una serie di otto conferenze, che oggi sono raccolte nel libro “Impulsi scientifico- spirituali per il progresso dell’agricoltura”.
Ancora oggi, esse ci forniscono le basi fondamentali dell’agricoltura biodinamica.
I consigli che Steiner diede agli agricoltori partivano dalla concezione che tutto ciò che esiste sulla Terra non è fatto solamente di materia, ma anche di un elemento spirituale che fluisce dal cosmo.
L’agricoltore deve tenere conto di questo principio e si deve adoperare affinchè nei suoi campi si crei la vita attraverso l’impulso delle forze cosmiche.
Il termine “biodinamico” vuole dire, appunto, vita ( “bio” ) , che si origina per l’attività di forze ( “dinamica” ).
In quella occasione Steiner enunciò due principi fondamentali: il primo affermava che la qualità degli alimenti dipende dalla fertilità e dalla sanità della terra che si coltiva, il secondo che, se si concima la terra con nitrati e altre sostanze di sintesi, la terra perde la sua fertilità e si ammala.
Steiner diede inoltre numerose indicazioni di carattere pratico per pervenire ai risultati enunciati.
Da esse scaturirono la formulazione e l’uso dei preparati biodinamici che rappresentano uno dei fondamenti del metodo biodinamico.
Non ci sono dubbi che le Orsine sopravviveranno alla morte della sua fondatrice e del suo principale conduttore, avvenute nell’arco di due soli mesi.
E devono farci pensare a come, nel cuore del Ticino a due passi da dove viviamo tutti, ci sia una realtà agricola ben nota sia in tutta Italia che a livello internazionale.
F.P.
Articolo tratto dal nostro sito partner www.ticinonotizie.it