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Economia | 18 ottobre 2023, 11:31

Le ossa dei Caprotti: il patron di Esselunga nel racconto del figlio Giuseppe

La dinastia Caprotti nasce molto prima della fondazione di Esselunga: la racconta Giuseppe, figlio del visionario Bernardo Caprotti, industriale simbolo del Novecento italiano

Le ossa dei Caprotti: il patron di Esselunga nel racconto del figlio Giuseppe

“Bernardo Caprotti non è stato l’artefice della nascita di Esselunga. L’azienda è stata fondata da un gruppo di manager americani capitanati da Nelson Rockefeller, consigliato a sua volta dalla Cia. Bernardo contribuisce in modo determinante alla crescita di Esselunga, ma solo in un secondo momento. E con il tempo, metterà in ombra tutti coloro che l’hanno resa grande con lui: soci, figli e altri famigliari”. Per la prima volta Giuseppe Caprotti, primogenito di Bernardo, allontanato dall’azienda nel 2004, dopo molti anni di silenzio si espone e dice la sua verità nel libro ‘Le ossa dei Caprotti’.

Edito da Feltrinelli, il testo offre un ritratto inedito del padre di Giuseppe, un uomo verso il quale, da un lato, l’autore è molto riconoscente per il bene ricevuto in termini di educazione, orizzonti e benessere economico. Ma al quale, al tempo stesso, imputa non solo la perdita di una parte della propria vita, ma anche di un pezzo di identità, sia come uomo che come manager, capace di dare un importante contributo allo sviluppo del colosso della grande distribuzione. Il volume, tuttavia, non è solo questo. È anche la storia di una grande famiglia che dalla Brianza crea un impero imprenditoriale. Non un libro di attualità, né un pamphlet o tantomeno un romanzo, bensì un saggio storico sui Caprotti, ricco e ben documentato. L’autore lo fa usando la forza dei fatti, attraverso i quali ripercorre le vicende familiari e imprenditoriali dei suoi antenati che hanno inizio oltre 300 anni fa.

‘Le ossa dei Caprotti’ deve il suo titolo alla passione-ossessione di Bernardo per ossa e cimiteri, al punto che spesso la domenica portava i figli nella chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano, il cui santuario è decorato con ossa e teschi di molti secoli, dal Duecento in poi. Il libro si snoda in un racconto brillante, denso di visioni imprenditoriali, documenti storici, ricordi personali e conflitti laceranti. Con notizie e informazioni inedite. Non mancano neppure storie surreali, come i pranzi di Natale durante i quali Bernardo preferiva ai cori natalizi i discorsi del Duce, e non certo per una vena nostalgica, quanto per stupire e provocare. O come la richiesta, avanzata da Bernardo, di una perizia psichiatrica per il figlio Giuseppe.

Protagonisti della prima rivoluzione industriale, i Caprotti passano dall’essere proprietari agricoli a diventare mercanti- imprenditori, con la produzione dei tessuti filati nelle case dei mezzadri e dei braccianti che lavorano sui loro terreni. Nel 1840 nasce la ditta Bernardo Caprotti di Giuseppe, che dispone di macchinari per la preparazione di filato di cotone. L’espansione è tale che nel 1866 conterà 1500 operai a Carate, Albiate, Giussano, Verano, Paina, Seveso e Cabiate. Nel corso dell’800 si arriva poi alla fabbrica accentrata, ad Albiate, ma anche a Macherio. Così i Caprotti sono diventati degli industriali. Un secolo dopo è il nonno Giuseppe Caprotti, detto Peppino, che, forte dei finanziamenti americani del piano Marshall e delle sue capacità, fa la fortuna della famiglia.

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