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Cronaca | 26 ottobre 2023, 12:40

Traffico illecito rifiuti, 6 misure cautelari nel Novarese, sequestrate 5 aziende

Profitti illeciti stimati a 3,7 milioni di euro

Traffico illecito rifiuti, 6 misure cautelari nel Novarese, sequestrate 5 aziende

Sei misure cautelari personali per traffico illecito di rifiuti, 5 aziende del settore del commercio dei rifiuti metallici sequestrate con oltre 3,7 milioni di euro di profitti illeciti posti sotto sequestro. Sono gli esiti di una importante operazione portata a termine questa mattina dai Gruppi dei Carabinieri forestali di Novara, Torino, Milano e Como, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino.

Le sei persone oggetto delle misure cautelari (2 arresti in carcere e 4 obblighi di firma) sono 5 italiani e uno straniero tutti domiciliati in Provincia di Novara.

I carabinieri hanno sequestrato il 100% delle quote di cinque società coinvolte nell’indagine e di 4 capannoni utilizzati per la realizzazione dei traffici illeciti di rifiuti metallici e batterie.

L’indagine – condotta dal Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Novara, anche attraverso intercettazioni telefoniche e videoriprese – ha fatto emergere come due imprenditori novaresi indagati avessero realizzato un complesso sistema di società, spesso intestate a prestanome, utilizzate per operare illecitamente nel settore del commercio dei rifiuti metallici e delle batterie esauste al piombo dalle quali si recuperano metalli “nobili” dall’elevato valore sul mercato.

Le basi operative si trovavano in 4 capannoni a Trecate, nei quali, senza le necessarie autorizzazioni ambientali venivano ricevuti, stoccati e lavorati ingenti quantitativi di batterie esauste di autoveicoli e mezzi d’opera di dubbia provenienza e metalli vari che venivano acquistati anche da soggetti privati tramite pagamenti in contanti per volumi molto consistenti. I rifiuti illecitamente gestiti nel periodo di indagine tra il febbraio 2019 ed aprile 2022 sono stati stimati in circa 6.000 tonnellate. Le operazioni di acquisizione e recupero di metalli e batterie venivano poi “coperte” attraverso la realizzazione di falsa documentazione, da esibire in caso di controlli, che ne mascherava la reale provenienza illecita.

Il tutto avveniva per il tramite di un sistema molto raffinato fatto di strutture, uomini e mezzi che permetteva di gestire flussi molto rilevanti di rifiuti speciali.

Nel corso dell’operazione che ha visto impiegati oltre 60 carabinieri forestali del Piemonte e della Lombardia, sono state effettuate numerose perquisizioni con sequestro di materiale informatico e abbondante documentazione.

Il reato di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, contestato agli indagati, prevede condanne fino ad un massimo di 6 anni di reclusione.

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