Era il mese di settembre del 2019 quando gli investigatori che indagavano sul caso irrisolto dell’abbiatense Marco Perini pensavano di essere arrivati, finalmente, alla pista giusta. Assassinato nel mese di maggio del 2000 il responsabile o i responsabili del delitto sono rimasti sempre senza nome.
Finché Giulia S., figlia di Ekrem, famiglia nomade che dimorava nei pressi dell’abitazione di Perini, dichiarava di sapere chi fossero gli assassini. Indicandoli nei tre fratelli del padre. Le indagini successive nei loro confronti (gli indagati sono poi diventati due, Franko S. e Safet. S. bosniaci, per il decesso di uno di loro), purtroppo, non hanno portato a nulla di concreto. Tre fratelli nomadi sono stati sentiti dagli investigatori, così come Chiara Maria S., Giulia S., Walter S. e il loro padre Ekrem.
Le due donne hanno clamorosamente ritrattato. Giulia ha detto agli investigatori che la sorella aveva mentito facendo crollare così il castello che ormai si era creato. La stessa le aveva confessato di avere raccontato una menzogna, sia a lei che alle forze dell’ordine. Anche la stessa Giulia avrebbe all’epoca mentito alla polizia giudiziaria al solo fine di vendicarsi con Safet per avere lo stesso tradito e violentato Chiara e per avere in più occasioni percosso e maltrattato la loro madre.
Chiara sosteneva di avere inventato tutto di sana pianta al solo fine di vendicarsi con Safet. Tuttavia ora non poteva più reiterare la menzogna perché adesso aveva una figlia e non voleva metterla nei guai. Naturalmente per Chiara è scattato il deferimento per le dichiarazioni false rese nel 2020.
Gli inquirenti hanno ascoltato il padre dei tre fratelli che si dichiarava del tutto estraneo ai fatti. Hanno tentato di rintracciare un altro uomo più volte citato nel corso delle sommarie informazioni, ma non è mai stato rintracciato. Ne in Italia ne in Francia dove si pensava si trovasse. Gli investigatori non hanno mollato la presa e hanno cercato un’altra strategia stimolando alcune delle persone più vicine a Safet. Venivano ascoltate quattro persone, ma senza successo. Hanno fatto un ultimo tentativo ascoltando i fratelli S. in qualità di indagati.
Safet e Franko sono stati convocati nel mese di maggio di quest’anno per essere sottoposti ad interrogatorio. I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e anche quel tentativo è andato a vuoto perché perfino dalle intercettazioni non è emerso nulla. E così considerato che gli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari non consentivano di formulare una ragionevole previsione di condanna il sostituto Chiara Giuiusa ha chiesto al gip presso il tribunale di Pavia di disporre l’archiviazione.