Dopo mesi di standby riparte la protesta del Comitato civico che si oppone alla realizzazione di un maxicentro di logistica di quasi un milione di metri quadrati a Pernate, popolosa frazione di Novara. Il nuovo insediamento consuma, secondo quanto sostenuto dal Comitato che nel recente passato aveva dato vita ad una ampia mobilitazione trasversale, ettari ed ettari di terreno agricolo fertile. Contro la delibera del Comune di Novara che fa proprio il progetto di iniziativa privata che prevede la trasformazione il Comitato ha presentato un ricorso al Tar che è tuttora pendente e neppure calendarizzato.
Nei giorni scorsi, a sorpresa la giunta regionale ha approvato un accordo di programma che autorizza, previa ratifica da parte dei comuni di Novara e Galliate e della Provincia di Novara, la società Develog a procedere con il progetto di logistica. “Una decisione – dicono all’Agi dal Comitato per Pernate – presa con una disinvoltura che rasenta l’indifferenza. Primo tra tutti, c'è da sottolineare come questo processo si svolga a dispetto di un ricorso al TAR pendente, avanzato proprio dai cittadini di Pernate contro la propria amministrazione comunale, che ancora attende di essere calendarizzato. La decisione della giunta sembra riflettere un approccio “muscolare” che passa sopra al volere dei cittadini e si orientata unicamente a perseguire i propri fini senza considerare e discutere le legittime preoccupazioni sollevate dalla cittadinanza”.
“La giunta regionale – aggiungono i militanti del Comitato – con un atto che appare preoccupantemente arbitrario, ignora tutte le osservazioni mosse negli anni e concede diritti di espropriazione a discapito di chi non intende cedere il proprio terreno, trasformando così un chiaro caso di profitto privato in una presunta pubblica utilità, privando chi dispone un terreno e non vuole vederselo coprire di cemento del diritto di disporre come meglio crede del proprio immobile. Un unicum nazionale che non possiamo accettare”. “Stiamo organizzando – concludono dal Comitato – una serie di iniziative e incontri pubblici per informare la comunità e prepararci a difendere il nostro territorio dalla cementificazione e il nostro diritto a un ambiente sano e a un’urbanistica responsabile”.