Tre distinte filiere di spaccio - completamente ricostruite dal fornitore, ai pusher, ai consumatori - che gravitavano sul Vercelli e sulle province di Novara e Pavia, con un giro che coinvolgeva anche altri territori del Nord Italia.
Un gruppo era specializzato nella cocaina, gli altri si adattavano alle richieste del mercato, spacciando hashish, eroina e coca. Trentacinque le persone indagate, oltre 500 le cessioni documentate. 23 le misure cautelari eseguite all'alba di martedì: 7 in carcere (sei eseguite); 6 ai domiciliari (tutte eseguite), altri 10 misure miste che vanno dall'obbligo di presentazione alla Pg, al divieto di dimora, al foglio di via. Nel corso delle perquisizioni tre persone sono state arrestate in flagranza di reato: sarebbero comunque state destinate a misure ma la presenza di rilevante quantità di sostanza in loro possesso, ha causato un aggravamento delle rispettive posizione.
Due locali del centro sono destinatari di provvedimenti di chiusura per 30 giorni, in quanto frequentati da persone coinvolte nell'inchiesta o utilizzati dagli indagati per la cessione della droga.
Si chiariscono alcuni contorni della lunga inchiesta sullo spaccio di droga in città. Nel corso di una conferenza stampa sono il Procuratore capo Pier Luigi Pianta, la titolare del fascicolo, Rosamaria Iera, il Questore Giuseppe Mariani e il dirigente della Squadra Mobile, Pirone hanno approfondito numeri e contesto dell'operazione.
I soggetti coinvolti nell'indagine sono cittadini italiani e tre albanesi, con consumatori individuati in vari ambiti sociali, anche insospettabili.
«L'operazione di oggi interessa un livello superiore rispetto all'abituale attività di prevenzione e repressione dello spaccio - spiega il Questore - E' stata portata avanti con impegno e grandi sacrifici dalla Mobile con il coordinamento della Procura».
A rendere particolare l'indagine non solo i grandi numeri, ma anche alcune delle persone coinvolte, incensurati al di sopra di ogni apprente sospetto che avevano messo a punto una collaudata filiera di spaccio e conservazione delle sostanze stupefacenti. A carico degli indagati, sui quali la Questura mantiene uno stretto riserbo, anche numerose perquisizioni.
Squadre Mobili del Piemonte e Valle d'Aosta, Genova, Savona, Bergamo e Varese, elicottero, equipaggi cinofili della Polizia di Stato e della Polizia locale di Novara e di un cash dog della Guardia di Finanza, abilitato al ritrovamento di denaro contante.
L'equivalente di 360mila euro di droga sono stati movimentate dagli indagati che erano molto attenti nello spaccio per evitare controlli a campione.
«I provvedimenti nei confronti dei locali - spiega il questore Mariani - sono misure preventive, hanno la finalità di togliere alle persone coinvolte nei traffici, un luogo in cui erano soliti effettuare le cessioni».
Una cinquantina gli assuntori abituali segnalati al termine dell'indagine: tra loro persone note alle forze dell'ordine come tossicodipendenti, ma anche altri del tutto sconosciuti. Con i loro pusher avevano creato un attento sistema di cessione: alcune volte le dosi venivano lasciate nelle fioriere di alcune vie del centro, in altri casi in edificio poco abbandonati, in altri ancora la consegna avveniva a domicilio.
(notizia in aggiornamento)