Mercoledì 11 dicembre presso il Teatro della Casa di Reclusione di Vigevano ha debuttato lo spettacolo EGGS_Tutto sull’amore e altri vegetali, una nuova produzione che ha esplorato i significati profondi dell’amore in tutte le sue forme.
Due repliche per il pubblico e una replica speciale per le scuole hanno sancito un grande successo di pubblico: oltre 400 persone hanno apprezzato e applaudito il lavoro.
Lo spettacolo, frutto del lavoro con gli attori detenuti della Casa di Reclusione di Vigevano, nasce nell’ambito del progetto Per Aspera ad Astra, promosso da Acri e Fondazione Cariplo, sotto la guida della Compagnia della Fortezza di Volterra.
In un contesto come quello carcerario, dove l’amore è spesso escluso o negato, lo spettacolo è stato un’occasione unica per indagare cosa significhi amare e prendersi cura in una società spesso dominata dal cinismo e dalla produttività.
Il palcoscenico si è trasformato in un luogo in cui pubblico e attori sono chiamati a interrogarsi sull'amore, attraverso la metafora di un luogo in costruzione, un giardino immaginario, dove ai dialoghi sui legami d'amore passati, presenti e desiderati, si alternano azioni volte a costruire uno spazio di cura e condivisione, per immaginare una nuova definizione di amore.
Che significato dare alla parola amore? Quale spazio dare all’amore in una società che è orientata oggi più che mai alla divisività, al cinismo, e a un individualismo che lascia all’amore uno spazio troppo piccolo, privato e spesso infelice? Come parlare d’amore con un gruppo di uomini, se l’amore è un argomento che - dalla letteratura, al cinema, alla quotidianità - sembra soprattutto interessare le donne? Come parlare d’amore in un luogo in cui l’amore è strutturalmente escluso? Come parlare d’amore in una struttura patriarcale come quella carceraria?
Da questi interrogativi parte la ricerca condotta con il gruppo di attori detenuti della compagnia. Ci siamo mossi tra letture - abbiamo scelto di partire dai grandi classici sull’amore, da Roland Barthes a Bell Hooks, passando da Dostoevskij a Shakespeare, da Wislawa Szymborska a Ada Merini, da Cyrano al Vangelo – racconti, improvvisazioni e momenti di riflessione collettiva, volti a costruire un serbatoio di parole, azioni fisiche e vocali, immagini, scritture sceniche da cui partire per la costruzione della nuova produzione della compagnia. Note alla regia, Alessia Gennari, Compagnia Rumore d’Ali Teatro
La compagnia
La compagnia Rumore d’Ali Teatro comincia a operare all’interno della Casa di Reclusione di Vigevano nel 2016, realizzando per cinque anni consecutivi un laboratorio teatrale, a cura di ForMattArt insieme alla regista Alessia Gennari, grazie al contributo dei fondi POR FSE 2014-2020 Regione Lombardia. Dall’estate 2020 grazie al progetto Per Aspera ad Astra, che promuove percorsi di formazione teatrale e tecnica professionalizzante nei carceri italiani, ha permesso di indirizzare definitivamente l’orientamento del lavoro verso la produzione artistica e la formazione tecnica professionalizzante dei detenuti attori.
Per Aspera ad Astra
“Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” è un progetto, nato nel 2018, e in corso oggi in 15 carceri italiane, dove realizza innovativi e duraturi percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che hanno coinvolto complessivamente oltre 1.000 detenuti.
L’iniziativa, promossa da Acri e sostenuta da 11 Fondazioni di origine bancaria, è nata dall’esperienza ultra trentennale della Compagnia della Fortezza di Volterra, guidata dal drammaturgo e regista Armando Punzo che, nel corso della sua lunga attività, ha costruito un patrimonio consolidato di buone pratiche, e che ora si estende in altre carceri d’Italia.
Per Aspera ad Astra ha, infatti, dato vita a una rete nazionale di compagnie teatrali che operano nelle carceri e che condividono l’approccio e la metodologia di intervento. L’esperienza condivisa testimonia come sia possibile lavorare nelle carceri mettendo al centro l’arte e la cultura, lasciando che essa possa esprimersi a pieno e compiere una rigenerazione degli individui, che possa quindi favorire il riscatto personale e avviare percorsi per il pieno reinserimento del detenuto nel mondo esterno.
Altro obiettivo di questo tipo di intervento è che esso possa contribuire alla riflessione sulla piena applicazione dell’art. 27 della Costituzione italiana, innescando un processo di ripensamento del carcere, delle sue funzioni e del rapporto tra il personale che vi opera e le persone detenute.
La validità dell’iniziativa è stata riconosciuta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con la quale, nel 2021, Acri ha sottoscritto un Protocollo d’intesa volto a favorire o rafforzare progetti già esistenti.
L’obiettivo condiviso è di contribuire a rigenerare il carcere attraverso la cultura, offrendo, al contempo, ai detenuti l’opportunità di partecipare a percorsi di formazione nei mestieri del teatro.
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