Quando l’abbassarsi di una saracinesca fa rumore. Tanto rumore.
Il Room è stato per alcuni anni il locale di nicchia che portava a Magenta moltissima gente anche da fuori. Un locale di classe, per intenditori, ma che era anche un paradosso vivente…
Poteva un locale non certo grande a livello di spazi fisici, intrigare ed attrarre così tanto ??? Poteva, poteva. Perché la qualità è il segreto principale di qualsiasi successo imprenditoriale e non.
Ora quella storia gloriosa – un’altra purtroppo – pare essere al capolinea.
Magenta, la Città che fu spegne un’altra insegna – anche se gli anni del Room sono stati in un certo qual modo un tentativo già di rilancio per una cittadina che a livello di locali serali di un certo tipo era non aveva più molto da offrire – un suo assiduo frequentatore e amico di TN Lele Cavallotti ha voluto fare una dedica speciale al Room e alla sua titolare che volentieri qui riprendiamo.
In memoria di un locale che ha fatto la storia ed in cui abbiamo fatto la storia.
Come dimenticare la mitica Giulia e la sua professionalità assoluta sommata ad una leggerezza irripetibile quando creava cocktail su misura per le nostre emozioni, sensazioni ed umori. Quanti ricordi, aneddoti. Dentro quelle mura è ambientato un racconto che mi vede protagonista, parte di un romanzo che ancora non è stato pubblicato per un solo motivo: è troppo bello. Niente nomi, tag o link.
Un “epitaffio” d’autore però glielo dedico:
Domanda: “Cosa c’è fuori dal bar?”. Risposta: “Fuori dal bar c’è fuori dal bar”. Non ci sono più bottiglie allineate sotto la specchiera. C’è il disordine e, se ti vuoi specchiare, devi farlo in una vetrina di un negozio. Le auto vanno chissà dove. Rallentano come belve domate da un semaforo… poi ripartono. I bambini escono dalle scuole dove li aspettano le mamme e i maniaci. Tra qualche anno li aspetteranno le fidanzate e gli spacciatori di droga. Meglio così. È bello avere qualcuno che ti aspetta. Fuori del bar c’è il resto del mondo con la sua colonna sonora di clacson e di “stronzo, io venivo da destra”. Fuori dal bar sei più basso. Nel bar eri più alto del juke-box, fuori sei più basso del grattacielo di fronte. Fuori dal bar ci sono i mendicanti sciolti sugli angoli come pupù di cani dopo la pioggia. Fuori del bar c’è il sole o la luna, a seconda di a che ora esci dal bar, a testimoniarti che il tempo è passato mentre tu finivi la birra, e che diventerai vecchio, vecchio, coi capelli bianchi come la schiuma della birra che hai bevuto per non pensarci. Fuori dal bar ci sono i cani randagi, quelli che vorrebbero avere un collare e al momento, purtroppo, hanno solo le pulci. Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c’è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar.