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Cultura-Eventi | 03 gennaio 2025, 11:48

Valle: "Ritratti di Lomellina", racconti di Alba Mor Stabilini con le poesie di Marco Feccia

Venerdì 17 febbraio alle 21

Valle: "Ritratti di Lomellina", racconti di Alba Mor Stabilini con le poesie di Marco Feccia

Venerdì 17 gennaio, alle ore 21:00, nella sala polifunzionale “A. Savini” di Valle Lomellina la scrittrice Alba Mor Stabilini presenterà al pubblico il libro Ritratti di Lomellina, dando così avvio a un 2025 denso di appuntamenti per la Biblioteca comunale “G. Marucchi” e l’Assessorato alla Cultura.

Originaria di Semiana ma residente a Lomello, Alba Mor Stabilini lavora come insegnante di Lettere nelle scuole secondarie di primo grado e ha già all’attivo una serie di pubblicazioni; il suo è un gradito ritorno a Valle, dove ha già avuto modo in passato di presentare le sue opere. Ritratti di Lomellina si configura innanzitutto come una raccolta di racconti, tredici per l’esattezza, ideati e abbozzati alcuni lustri fa, e rimasti nel cassetto ben più dei canonici nove anni di oraziana memoria. Come afferma l’autrice nella premessa, “erano semplici novelle che avevano lo scopo di presentare persone, divenute poi personaggi, il cui profilo, o storia, o particolarità, ritenevo meritevoli di essere quantomeno letti e, magari, in futuro (chissà?) ricordati”. 

Alla fine quel cassetto è stato aperto, e quelle storie, rimaste a riposare ma non certo abbandonate né dimenticate, hanno preso vita, in parte hanno cambiato forma, si sono trasformate in letteratura. E se la revisione definitiva dà conto dell’uniformità di stile che vi si ravvisa, il lungo periodo di gestazione motiva invece la varietà tematica della raccolta, che dipinge uno spaccato di vita quanto mai ampio e multiforme, pur rimanendo inalterata l’ispirazione di fondo.

E così, il primo racconto, intitolato Rosina, ci proietta nell’ormai lontano 1956, mentre Lorenzo è ambientato proprio nel 2024; tra questi due estremi cronologici si collocano le altre storie, spesso caratterizzate da un intreccio dei piani temporali e da un continuo slittamento dal presente dell’attualità e della cronaca al passato del ricordo e della rievocazione memorialistica. Quanto al contenuto e al messaggio dei racconti, ritengo opportuno non rivelare troppo, lasciando al lettore la possibilità di gustarli senza eccessive mediazioni. Basti un accenno, desunto anch’esso dalla premessa: “si tratta di storie di persone, più che di personaggi, che ogni giorno, come tutti, combattono la battaglia della vita. Sono tutti ordinari, ma nel loro piccolo, eroi. […] Le prove quotidiane da loro affrontate misurano il limite delle forze dell’essere umano, così come le capacità di resistere, di affrontare, di superare scogli che sembrano insormontabili. […] Disturbati dal clamore del mondo, loro non sanno che, in realtà, ne rappresentano l’essenza; in definitiva, la sua peculiare, vera e intima umanità”.

Persone più che personaggi, dunque. Eppure, un personaggio è presente in tutto il libro; anzi, forse ne è l’autentico protagonista: il territorio della Lomellina. La Lomellina di ieri e quella di oggi, con le profonde e inevitabili trasformazioni alle quali è stata sottoposta; la Lomellina nella sua dimensione fisica, fatta di fossi e risaie, di boschi e di prati, di nebbie e di afa, e la Lomellina come paesaggio interiore, capace di modellare, lentamente e impercettibilmente, il carattere dei suoi abitanti. La raccolta di Alba Mor Stabilini traccia un itinerario ideale e interiore, lungo il quale ogni lettore originario di questi luoghi potrà riconoscere molti elementi familiari.

Un itinerario ulteriormente arricchito e impreziosito, ad ogni tappa, dai testi di Marco Feccia, che per l’occasione ha scelto di indossare gli abiti del poeta, pur consapevole di quanto siano difficili da portare con eleganza. Gli esiti raggiunti da questo binomio di autori possono dirsi ampiamente positivi.

Le poesie di Feccia non accompagnano semplicemente i racconti, e dunque non ne risultano subordinate: piuttosto, esse contribuiscono a tratteggiare meglio l’atmosfera di fondo della raccolta grazie alle peculiarità della poesia – nella quale ogni parola emerge a fatica, e dunque con maggiore pregnanza, dal grande silenzio che la circonda, e ogni colore si staglia più vivido sul preponderante spazio bianco della pagina. Nei testi di Feccia la Lomellina si estende come una “pianura taciturna / e arida”, tranne dove è interrotta dalle caratteristiche risaie, all’interno delle quali si è spesso consumata la vita di molti suoi abitanti (“Mi sovviene la triste immagine dell’acqua / putrida delle risaie riflettere sino alla volta celeste / canti, dolori, dialetti lontani, / eco dolente del nostro Tempo.”).

E poi “l’ombra rada dei pioppi”, “il gracidare della rana / e il riverbero della luna”, “il vecchio frumento / falciato e dormiente” e il “manto / lunare di nebbia” così tipico di queste zone durante la stagione invernale: elementi del paesaggio che non hanno lo scopo di abbozzare quadretti impressionistici, bensì di proiettare all’esterno pensieri, stati d’animo ed emozioni dell’autore, che attraverso queste immagini, e altre simili, ripercorre le proprie vicende personali, sottratte per un attimo all’inesorabile trascorrere del tempo. I racconti di Alba Mor Stabilini e le poesie di Marco Feccia: non uno, bensì due validi motivi per ribadire a quanti ne fossero interessati l’invito all’incontro del 17 gennaio, ore 21:00, nella sala polifunzionale “A. Savini” di Valle Lomellina.  

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