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Cultura-Eventi | 07 gennaio 2025, 11:42

Vigevano, il grande viaggio del Ticino dal lago Maggiore al Po

Un filmato eccezionale, visibile da tutti. Venerdì 10 Gennaio ore 21 Auditorium San Dionigi

Vigevano, il grande viaggio del Ticino dal lago Maggiore al Po

Un filmato che restituisce una visione unitaria del Ticino attraverso una disanima dei suoi luoghi princi­pali: il territorio prealpino dal lago Maggiore, il paesaggio delle prese dei canali, il paesaggio delle grandi in­frastrutturazioni tecniche, il corso del naviglio Grande, il territorio irriguo della pianura con i suoi principali e antichi insediamenti, concorrono a disegnare i tratti più generali e la realtà complessa del territorio interessa­to dalla presenza del fiume. I compiti di salvaguardia di questo paesaggio si misurano con la straordi­naria lezione che è propria, sul piano dell’architettura e della costruzione, delle esperienze che vi sono pre­senti.

Si presenta così il primo dei nove eventi correlati alla mostra “Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale”. L'appuntamento, a ingresso libero, sarà venerdì 10 gennaio alle 21 presso l'auditorium San Dionigi a Vigevano. S'intitola "Il gran teatro dell'acqua - Il viaggio del Ticino fra lago Maggiore e Po”. Sarà un video-incontro a cura di Carlo Stagnoli e Sandro Rossi, organizzato come sempre dal Co­mune di Vigevano. Sandro Rossi, architetto vigevanese, collaboratore nell'organizzazione della mostra, de­scrive l'evento.

«Nel 2009, quando sorvolammo il Ticino per le riprese, Carlo Stagnoli, Roberto Nazzari, Lucia Mainardi ed io volevamo soprattutto rinnovare un programma di conoscenza e valorizzazione del territorio del Ticino che il Rotary club Vigevano Mortara da tempo perseguiva. Il filmato quindi costituì allora soprattutto annuncio di un progetto già in corso e, in fin dei conti, ancor oggi non concluso: anche gli elaborati ricostruttivi esposti nella mostra dedicata al 1494, proprio per quanto riconoscono nei monumenti vigevanesi rinvii a esperienze co­struttive sedimentate nelle campagne della pianura ma individuate nel rapporto con le condizioni orografiche singolari di un sito del Ticino, mi sembrano anche costituire prosecuzione e nuovo approfondimento di quel programma.

"Conoscenza" e "valorizzazione" significano innanzitutto "apprendimento di ciò che può ancora costituire esempio e meta per l’oggi". All’interno della valle del Ticino e lungo le sue sponde - i terrazzi morfologici - il territorio naturale e boschivo viene disegnato da fatti tecnici e da insediamenti isolati spesso esemplari sul piano della costruzione. Il territorio del fiume si trasfigura nel filmato in una grande città fatta di architetture isolate ed immerse nel paesaggio boschivo; una sorta di città, adeguata al tempo presente, in cui natura e artificio convivono alimentandosi a vicenda».

«L’acqua nel suo scorrere, nel suo propagarsi disegnando paesaggi singolari allineati al corso del fiume, co­stituisce il leitmotiv del film-documentario. A Nord è acqua del lago Maggiore a cui si affacciano insediamenti (conventi, rocche, castelli) arroccati a sponde scoscese. Ed è anche acqua che separa isole costruite - le isole Borromee - parti monumentali di una città fantastica e galleggiante. A sud, poco prima della confluenza nel Po, è acqua canalizzata del Ticino a Pavia; ma è anche acqua che ripetendo a distanza l’esemplare as­setto geometrico e quasi metafisico dell’impianto della città, disegna la fitta trama di canali e cavetti delle campagne irrigue. E tra questi estremi è acqua che, con il suo divagare, con il suo scorrere quasi torrentizio, ha assestato i terrazzamenti della Valle, i limiti al tempo stesso naturali e costruiti del fiume.

E limiti naturali e costruiti del fiume sono gli stessi insediamenti che hanno colonizzato le alture, i dossi e i modesti rilievi sabbiosi o i promontori, come a Vigevano, protesi sui boschi del Ticino. Così appaiono sia le torri di avvistamento, i campanili, le cascine fortificate e i castelli o le ville con i loro approdi sui navigli, sia i grandi manufatti tecnici che occupano il letto del fiume: le opere di arginamento, le prese dei canali, i ponti o le grandi dighe. Fatti forse simili a quelli di altri paesaggi ma che qui, nelle loro modalità e anche nella suc­cessione che il filmato propone, appaiono come elementi fondanti una specifica tradizione. A essi e ai loro territori, alla loro capacità di partecipare degli aspetti naturali dei siti su cui insistono, è affidata la scala com­plessiva e la complessa unità di questo paesaggio fluviale».

“Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale” sarà visitabile fino al 23 febbraio 2025 nella Seconda scuderia del castello Sforzesco di Vigevano. Espone riproduzioni di documenti d’archivio provenienti dall’Archivio Storico di Vigevano e dall’Archivio di Stato di Milano, fotografie, cartografia antica, rilievi, molti dei quali eseguiti per l’occasione, modelli lignei, anch’essi prodotti per l’esposizione tra cui quel­lo, imponente e bellissimo, che riproduce il castello com’era 530 anni fa. Neanche l’intento cambia: illustrare con dovizia di mezzi, il periodo fondativo della Vigevano moderna, per renderne sempre più consapevoli i cittadini e corroborarne l’identità culturale.

Ingresso gratuito da martedì a domenica, oltre che nei giorni festivi, dalle 14 alle 18 e in altri orari su preno­tazione. Chiusura lunedì.

Per informazioni: Infopoint Castello, tel. 0381 691636, infopointcastello@comune.vigevano.pv.it

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