Attualità - 20 gennaio 2025, 11:37

La cascina del quattrocento e i nobili vigevanesi, conferenza nella sala dell'Affresco

L’illusionismo e la simbologia rara nella “Boscaiola” di Milano. Domenica 26 gennaio alle 10:30

(foto d'archivio)

L’edificio è ormai inglobato nell’abitato di Milano, e la sua storia è legata alla Vigevano dei Visconti e degli Sforza. Tratterà “Illusionismo e simbologia rara nella cascina Boscaiola” la prossima conferenza correlata alla mostra “Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale”. L'appuntamento, a ingresso libero, sarà domenica 26 gennaio alle 10,30 presso la sala dell’Affresco del castello di Vigevano. Il relatore, il professor Claudio Salsi, come sottotitolo ha scelto “Testimonianze milanesi di un casato della Lomellina del Quattrocento”. Organizza, come sempre, il Comune di Vigevano.

«La conferenza di domenica – spiega il relatore – tratterà innanzitutto le caratteristiche architettoniche di un imponente edificio di origine quattrocentesca, la cascina Boscaiola Prima, che assommava il carattere rurale (da cui il toponimo moderno) e quello di residenza suburbana nobiliare, oggi ubicato in un quartiere molto popoloso e semi-centrale di Milano, ma nel Quindicesimo secolo situato in una amena località boscosa a nord delle antiche mura della città. Ormai degradata ad esclusivi usi agricoli e in cattivo stato conservativo, la cascina Boscaiola fu sottoposta ad un radicale e intelligente restauro a partire dagli anni ‘60 del ‘900, che si concluse nei primi anni Duemila con la trasformazione dell’antico complesso in elegante residenza in cui sono stati ricavati vari appartamenti privati. La decorazione esterna superstite rivela motivi illusionistici imitanti le merlature di un’architettura fortificata e castellana; altri affreschi rappresentano riquadri trompe l’oeil leggermente prospettici di derivazione trecentesca sul modello degli ornati geometrici della distrutta basilica viscontea di San Giovanni in Conca in Milano, nell’occasione messi in relazione con analoghe soluzioni ornamentali presenti in altre dimore suburbane milanesi, come la villa Mirabello e la Bicocca degli Arcimboldi e altri edifici lombardi coevi. Attraverso lo studio degli affreschi si è giunti faticosamente a identificare uno stemma dipinto sui merli ghibellini in facciata, recante l’immagine di un biscione (emblema dei Visconti e degli Sforza) affiancato a destra e a sinistra dalle lettere “D” e “A”, riconosciute da esperti di araldica come le iniziali di Domenico Aicardi, originario della Lomellina, padre di Giorgio Aicardi, militare e camerario di Filippo Maria Visconti il quale nel 1415 ricevette dal Duca di Milano, per riconoscenza dei suoi servigi, la concessione del cognome Visconti, un beneficio esteso contestualmente anche agli altri numerosi componenti della famiglia che poterono fregiarsi pertanto del medesimo titolo nobiliare (Aicardi-Visconti) e dello stemma visconteo, ottenendo la cittadinanza milanese nel 1418 e progressivi benefici, confermati anche dagli Sforza, in Lomellina, a Pavia, nel Comasco e nella stessa Milano.

Infine, viene analizzata, in una versione originale, la rarissima impresa dell’alveare di origine viscontea-sforzesca (prima d’ora nota solo attraverso la redazione grafica dello “Stemmario Trivulziano” un codice della biblioteca Trivulziana al Castello di Milano, secolo XVII), simbolo di operosità e perfetta organizzazione sociale, ampiamente replicata entro i riquadri della facciata. Tale iconografia è tuttavia oggi visibile anche tra i decori della piazza Ducale di Vigevano, ma come  frutto dei restauri integrativi ad opera di Casimiro Ottone risalenti al primo Novecento, ispirati probabilmente ai soggetti araldici raffigurati nel suddetto Codice Trivulziano».

Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale” sarà visitabile fino al 23 febbraio 2025 nella Seconda scuderia del castello Sforzesco di Vigevano. Espone riproduzioni di documenti

d’archivio, fotografie, cartografia antica, rilievi, molti dei quali eseguiti per l’occasione, modelli lignei, anch’essi prodotti per l’esposizione tra cui quello, imponente e bellissimo, che riproduce il castello com’era 530 anni fa. Neanche l’intento cambia: illustrare con dovizia di mezzi, il periodo fondativo della Vigevano moderna, per renderne sempre più consapevoli i cittadini e corroborarne l’identità culturale.

Ingresso gratuito da martedì a domenica, oltre che nei giorni festivi, dalle 14 alle 18 e in altri orari su prenotazione. Chiusura lunedì.

Per informazioni: Infopoint Castello, tel. 0381 691636, infopointcastello@comune.vigevano.pv.it

CHI È CLADIO SALSI

Classe 1956, dopo aver diretto le Civiche Raccolte d’Arte Applicata ed Incisioni-Archivio Fotografico di Milano e, in momenti diversi tutti i Musei Civici milanesi, Claudio Salsi è stato soprintendente del castello Sforzesco e direttore dell’Area Castello, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano fino al pensionamento, avvenuto nel dicembre 2022. Tra le varie iniziative museografiche, in anni recenti ha presieduto il comitato scientifico del progetto di restauro della leonardesca Sala delle Asse del Castello Sforzesco (ancora in corso) e ha concepito e organizzato la nuova collocazione museale della Pietà Rondanini di Michelangelo presso l’Ospedale Spagnolo del Castello di Milano (2015). Nel 2019 per il Comune di Milano ha coordinato il palinsesto culturale "Milano Leonardo 500", in occasione dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci. È direttore responsabile della rivista “Libri e Documenti”, dell’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana. Ha promosso numerose mostre - anche in veste di curatore - e importanti convegni, è autore di pubblicazioni su temi di incisione antica, moderna e contemporanea, iconografia, arti applicate, museologia e storia milanese. Dal 2007 insegna Storia del Disegno, dell'Incisione e della Grafica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È presidente del comitato scientifico del Castello del Buonconsiglio di Trento e dei castelli provinciali del Trentino, oltre che componente dei comitati scientifici della Fondazione Brescia Musei e dell’associazione milanese Museocity. Dal 2023 riveste il ruolo di presidente della Fondazione Boschi di Stefano che sostiene la Casa Museo Boschi Di Stefano, in via G. Jan 15, Milano e, dal 2024, è vicepresidente dell’associazione Antichi Borghi Milanesi.