/ Cultura-Eventi

Cultura-Eventi | 27 gennaio 2025, 10:25

Vigevano, nella sala dell'Affresco: "Il castello di Novara dall’alto Medioevo alla caduta di Ludovico il Moro"

Domenica 2 febbraio alle 10:30

Vigevano, nella sala dell'Affresco: "Il castello di Novara dall’alto Medioevo alla caduta di Ludovico il Moro"

Si parla del castello di Novara nella conferenza a ingresso libero che fa da corollario alla mostra “Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale”. L'appuntamento sarà per domenica 2 febbraio alle 10,30 presso la sala dell’Affresco del castello di Vigevano. Il professor Franco Dessilani, unico relatore, tratterà anche la “fatal Novara”, che segnò la caduta del duca protagoni­sta degli eventi vigevanesi. La sua relazione s’intitola “Il castello di Novara dall’alto Medioevo alla caduta di Ludovico il Moro”.

«Ubicato ai margini del settore sud-occidentale del centro storico della città – anticipa il relatore – il castello di Novara è sorto e si è sviluppato attraverso i secoli nel sito di una fortificazione facente parte delle mura urbane di età romana imperiale. La trasformazione della fortificazione tardoantica in una residenza fortificata ha inizio con la seconda metà del Tredicesimo secolo, sullo sfondo di un travagliato periodo della storia della città, segnato dai violenti contrasti fra le due fazioni dei “ro­tondi” e dei “sanguigni”. L’età viscontea segna la progressiva definizione del castello di Novara come presidio militare (la città era infatti vicina al confine tra i territori controllati dai Visconti di Mi­lano e quelli soggetti ai marchesi del Monferrato e poi ai duchi di Savoia) e, allo stesso tempo, co­me residenza signorile periferica di Giovanni Visconti e più tardi di Filippo Maria Visconti. Sarà infi­ne Galeazzo Maria Sforza, attorno al 1470, a promuovere imponenti lavori di ristrutturazione della fortezza, completati a fine ‘400 da Ludovico il Moro, il quale proprio nel castello di Novara verrà in­carcerato, catturato durante un estremo tentativo di mettersi in salvo mentre il Ducato cadeva sotto il potere di Luigi XII di Francia. Il castello di Novara lega così la sua vicenda alla infausta sorte del Moro, che in esso vede tramontare la propria potenza politica. Con l’avvento della dominazione spagnola, dalla prima metà del ‘500, l’importanza del castello per la difesa città va progressiva­mente diminuendo, sostituito dagli imponenti bastioni fatti realizzare a partire dal 1552. La fortezza sopravvive come caserma della guarnigione spagnola fino a quando, all’inizio del Diciannovesimo secolo, viene adibita a carcere, destinazione che mantiene fino agli ultimi decenni del Novecento».

“Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale” sarà visitabile fino al 23 febbraio 2025 nella Seconda scuderia del castello Sforzesco di Vigevano. Espone riproduzioni di documenti d’archivio, fotografie, cartografia antica, rilievi, molti dei quali eseguiti per l’occasione, modelli li­gnei, anch’essi prodotti per l’esposizione tra cui quello, imponente e bellissimo, che riproduce il castello com’era 530 anni fa. Neanche l’intento cambia: illustrare con dovizia di mezzi, il periodo fondativo della Vigevano moderna, per renderne sempre più consapevoli i cittadini e corroborarne l’identità culturale.

Ingresso gratuito da martedì a domenica, oltre che nei giorni festivi, dalle 14 alle 18 e in altri orari su prenotazione. Chiusura lunedì.

Per informazioni: Infopoint Castello, tel. 0381 691636, infopointcastello@comune.vigevano.pv.it

CHI È FRANCO DESSILANI

Franco Dessilani (Novara 1962), laureato in lettere moderne con indirizzo in storia medievale pres­so l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal 1992 è docente a tempo indeterminato di Materie Letterarie e Latino nei Licei. Dal 2010 insegna presso il Liceo Classico e Linguistico Stata­le “Carlo Alberto” di Novara. Si dedica alla ricerca d’archivio ed allo studio della storia novarese, con particolare riguardo a quella medievale, divulgandone i risultati attraverso conferenze e pubbli­cazioni anche su riviste specialistiche. I suoi interessi nel settore musicale gli hanno permesso an­che di svolgere e pubblicare ricerche sulla storia organaria del Novarese e della Valsesia.

Dal 1981 fa parte dell’Associazione di Storia della Chiesa Novarese, costituita presso l’Archivio Storico Diocesano di Novara. Ne è stato socio fondatore in occasione della sua rifondazione nel 1998, quindi segretario e ne è stato eletto presidente nell’ottobre 2019. Dopo essere stato membro del Comitato di Redazione della rivista “Novarien.”, edita dalla medesima Associazione, diretta da Giancarlo Andenna e riconosciuta come rivista scientifica dall'Agenzia Nazionale per la Valutazio­ne dell’Università e della Ricerca, dal 2020 ne è condirettore.

Dal 2013 al 2016 è stato Vicepresidente del Consiglio Direttivo dell’Associazione Italiana Inse­gnanti di Geografia, sezione Piemonte Orientale, nell’ambito della quale ha tenuto conferenze e relazioni e ha diretto corsi di aggiornamento per insegnanti. Dal dicembre 2021 è membro del Co­mitato Consultivo per la gestione del Sacro Monte di Orta San Giulio (NO).

Tiene abitualmente lezioni e corsi su temi di storia novarese, vercellese e valsesiana presso le Università della Terza Età di Borgosesia e Borgomanero, e un corso annuale di storia del Novare­se presso l’Unitré di Novara. Nel 2009 con un gruppo di amici e collaboratori, ha fondato l’Associazione Amici del San Pietro di Carpignano Sesia, che attualmente presiede, con lo scopo di promuovere la valorizzazione dell’omonimo monumento e dei suoi affreschi, uno dei gioielli del romanico in Piemonte, all’interno della Fèdération Européenne Sites Clunisiens (riconosciuta come Grande Itinerario Culturale dal Consiglio d’Europa).

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GENNAIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore