Cultura-Eventi - 04 febbraio 2025, 12:21

Vigevano: "Architetture padane tra acqua e terra", nella sala dell'Affresco del castello Sforzesco

Domenica 9 febbraio alle 10:30

Architetture padane tra acqua e terra. Il tema verrà trattato da Giovanni Iacometti: l’architetto mantovano sarà l’unico relatore della conferenza prevista per domenica 9 febbraio alle 10.30, all’interno della sala dell’Affresco del castello di Vigevano. L’ingresso è libero. L’evento è parte del programma relativo alla mostra “Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che sale”.

Il discorso riguarda una certa idea di paesaggio padano (che si può definire “metafisico”) che nasce dal radicamento delle opere di architettura in lavori legati alla sistemazione del suolo legato all’acqua, dai ponti coperti, di Mantova e Pavia alle strade coperte o alle gallerie rinascimentali di Vigevano e Sabbioneta fino alle idrovore delle bonifiche moderne. Opere che si affermano attraverso geometrie insediative non rigide, pronte a colloquiare con la natura, in una visione razionalista antidogmatica ed empirica del progettare che riferisce di un Rinascimento “altro” nelle sedi padane minori.

«Il discorso svolto nella conferenza, storico e progettuale insieme – spiega il relatore – riguarda una certa  idea di paesaggio padano che si caratterizza primariamente nel radicamento delle opere di architettura, in lavori legati alla sistemazione del suolo naturale e delle acque fluviali di varia natura, dove la razionalità geometrica insediativa relativizza la propria rigidità sugli assetti naturali del suolo e gli andamenti ripali variabili del terreno, attraverso opere di sostruzione e costipamento che gli si adattano. Suggerendo quindi un radicamento empirico, antidogmatico, del fare e del progettare, su cui si calibra l’altro Rinascimento padano.  Nel contempo ogni forma legata al suolo, nella sua stessa praticità, assume valore non solo dall’essere in rapporto con un fatto tecnico determinato e con il lavoro che implica, ma anche attraverso l’intenzione di esibirlo come tale, altamente formalizzato, sublimato, oltre il semplice dato fisico. A questa visione naturalmente meta-fisica del paesaggio padano, di una sua parte, dona un contributo di chiarificazione la pittura dechirichiana - seguita dalla fotografia e dal cinema - con la matrice ferrarese-estense del famoso quadro “Le muse inquietanti”. Ferrara fissa il baluardo padano terminale, prima del mare, mentre le realizzazioni ideali gonzaghesche, tra Mantova e Sabbioneta e le altre corti farnesiane ed estensi, ne stabiliscono il centro fisico e an- che metodologico, con molti maestri del Rinascimento tra cui Filarete, Leon Battista Alberti, Giulio Romano a far da mentori teorici più o meno palesi».

Come protagonista esemplare di molte di queste avventure edilizie collegabili analogicamente tra di loro, si può assumere proprio la figura del ponte, del ponte coperto e del ponte edificio in particolare, che nasce dall’acqua e sale al suolo per farsi autonomo e diventare galleria museale, strada coperta, loggia sospesa. Tramite questa matrice tipologica si può collegare, in tutti i sensi Mantova, città-isola di ponti chiusi a Vigevano con la sua strada coperta e da qui aprire ulteriori connessioni col progetto di architettura contemporaneo, agli edifici delle bonifiche, alle idrovore, fino alla famosa Cartiera Burgo di Nervi – ponte sollevato su terra – mantovana o alle architetture padane di Aldo Rossi.

Vigevano 1494 – Ludovico il Moro e la città che salesarà visitabile fino al 23 febbraio 2025 nella Seconda scuderia del castello Sforzesco di Vigevano. Espone riproduzioni di documenti d’archivio, fotografie, cartografia antica, rilievi, molti dei quali eseguiti per l’occasione, modelli lignei, anch’essi prodotti per l’esposizione tra cui quello, imponente e bellissimo, che riproduce il castello com’era 530 anni fa.

Neanche l’intento cambia: illustrare con dovizia di mezzi, il periodo fondativo della Vigevano moderna, per renderne sempre più consapevoli i cittadini e corroborarne l’identità culturale.

Ingresso gratuito da martedì a domenica, oltre che nei giorni festivi, dalle 14 alle 18 e in altri orari su prenotazione. Chiusura lunedì.

Per informazioni: Infopoint Castello, tel. 0381 691636, infopointcastello@comune.vigevano.pv.it

Chi è Giovanni Iacometti

Giovanni Iacometti è stato contitolare, dal 1977 al 2013, dello studio COPRAT di Mantova. È stato professo- re a contratto per vari anni nella Facoltà di Architettura di Milano fino al 2015 e, fino al 2013, in quella di Parma. Ha progettato, all’interno dello studio COPRAT, soprattutto case economiche nel Mantovano e nel Milanese, pubblicate su riviste come “Controspazio”, “Lotus” e “Casabella” e ha svolto ricerche storiche sull’architettura mantovana, pubblicate ed esposte in mostre: dallo scritto per la mostra “Mantova nel Sette- cento” dedicato alle Soppressioni e trasformazioni dei conventi” al recente saggio sul centro storico cittadino, per il testo curato dall’Accademia Virgiliana “Mantova, 1866-2016, una storia urbana dall’Unità ad oggi”, edito del 2019.

Ha presentato, come membro dello studio COPRAT, progetti a varie mostre tra cui alcune Triennali di Milano e la III Biennale di Architettura di Venezia, dove, con lo stesso studio, ha vinto il Leone di Pietra con un pro- getto per il ponte dell’Accademia. Ha partecipato a concorsi di Architettura e ha pubblicato progetti e ricerche storico-tipologiche su varie riviste e cataloghi. Nel 2010 ha pubblicato, presso Unicopli di Milano, “L’apprendista architetto, Note per un apprendistato in architettura” sintesi del suo insegnamento al Politecnico di Milano e nel 2014, presso Cortina Libreria di Milano “La casa del mestiere”. 100 e + progetti di studenti del primo anno “. Ha collaborato in alcuni progetti con Aldo Rossi e Giorgio Grassi, di cui ha curato mostre personali alla Casa del Mantegna.

Smessa l’attività professionale di architetto e istituzionale di insegnante si è occupato della didattica pittorica con una mostra alla Galarie di Lauris in Provenza nel settembre del 2015, accompagnata dal testo “Realismo analogico. Come dipingere a partire da un contenuto discorsivo” disponibile su Amazon. Dal 2015 cura mostre e dibattiti sul tema del rapporto fra architettura e le altre arti visive per gallerie private e istituzioni pubbliche, con propri contributi a cataloghi di altri artisti, continuando a svolgere conferenze di architettura in sedi universitarie di Architettura (Mantova, Venezia e Firenze), in particolare sulla architettura mantovana come lezione moderna di progettazione (razionalismo antidogmatico). Nel dicembre 2016 ha iniziato una collaborazione con la casa del Mantegna con la mostra “Costruire il senso-il senso del costruire”. Con Claudia Bonora da alcuni anni cura cicli di conferenze sull’architettura a palazzo Te, su incarico dell’Ordine degli Architetti di Mantova.