Molti alti, pochi bassi.
La serata delle cover, la più attesa, la più amata da chi ama la musica, ha portato anche quest’anno sul palco dell’Ariston brani iconici del panorama nazionale e internazionale. Tra chi ha scelto di rivoluzionare, chi non si è allontanato dall’originale, chi ha approfittato dell’occasione per dire quello che fino a ora non aveva mai detto, chi ha puntato sull’emozione facile.
Rose Villain con Chiello “Fiori rosa, fiori di pesco”
Una dolcezza forzata, due voci che sembrano non entrare mai completamente in sintonia. Non convincono.
Voto 5,5
Modà con Francesco Renga “Angelo”
È un po’ tutto come deve essere.
Voto 6
Clara con Il Volo “The sound of silence”
Clara punta a vincere la serata cover con questo pezzo azzeccatissimo. Insieme a Il Volo rende omaggio a un brano che si prende tutto l’applauso del pubblico.
Voto 7
Tony Effe con Noemi “Tutto il resto è noia”
Lui insiste con un teatro-canzone che non sembra cosa sua, lei ci mette la voce e riporta tutto dove deve stare. Assortiti strani.
Voto 6
Francesca Michielin con Rkomi “La nuova stella di Broadway”
Scelta importante che lasciava sperare in qualcosa di più. Evidente il divario vocale tra i due, ne esce una versione sincera, ma che sa di potenziale inespresso.
Voto 6,5
Lucio Corsi con Topo Gigio “Nel blu dipinto di blu”
Lucio Corsi non viene da un altro pianeta, è un altro pianeta.
Voto 8
Serena Brancale con Alessandra Amoroso “If I ain’t got you”
Finalmente dimostra anche al grande pubblico (quello che l’ha conosciuta con i tormentoni social, tanto per capirci…) di cosa è capace. Lei, donna di jazz, crea. Amoroso impreziosisce.
Voto 8
Irama con Arisa “Say something”
Grande impianto orchestrale per un’atmosfera sospesa, cinematografica. Schema classico, ma eseguito alla perfezione.
Voto 7,5
Gaia con Toquinho “La voglia, la pazzia”
Generazioni a confronto sul palco. All’Ariston si respira un’aria verdeoro potenziata dal ricco arrangiamento, ma senza particolari curve di originalità.
Voto 6
The Kolors con Sal Da Vinci “Rossetto e caffè”
Seguono in pieno il trend del momento, ne esce un qualcosa che sa di costiera ad agosto.
Voto 6
Marcella Bella con Twin Violins “L’emozione non ha voce”
Voleva vincere facile, Marcella ma la canzone resta piatta. Bravi i violinisti gemelli anche se aggiungono davvero poco all’esibizione. Emozione per Gianni.
Voto 6
Rocco Hunt con Clementino “Yes, I know my way”
Incipit e chiusura emozionali per un viaggio funky intervallato da strofe riscritte che rischiano di essere incastrate un po’ a forza in uno schema già sentito.
Voto 6,5
Francesco Gabbani con Tricarico “Io sono Francesco”
Riedizione più recitata ma che non perde carico emotivo. Coppia strana, un Francesco mostra un entusiasmo forse eccessivo, l’altro forse desidererebbe essere altrove. Intensa e delicata, nonostante i bambini sul finale.
Voto 7
Giorgia con Annalisa “Skyfall”
Monumentale trama orchestrale che dà le fondamenta a una potente rivisitazione a due voci. Pochi fronzoli, quelli giusti. Pronuncia da rivedere.
Voto 7,5
Simone Cristicchi con Amara “La cura”
A tratti brividi, anche se a condurli è più Amara. L’esecuzione in aramaico lascia senza parole. Anche a Cristicchi piace vincere facile.
Voto 7,5
Sarah Toscano con Ofenbach “Overdrive”
Un po’ Alexia, un po’ quello che andava fino a qualche anno fa. Niente di così originale da stupire, ma all’Ariston piace.
Voto 6,5
Coma_Cose con Johnson Righeira “L’estate sta finendo”
Con l’ironia che li contraddistingue interpretano un brano iconico che fa ballare tutto l’Ariston. Le tre voci si mescolano benissimo. Bravi tutti.
Voto 7,5
Joan Thiele con Frah Quintale “Che cosa c’è”
Atmosfere retrò e molta dolcezza. Frah Quintale aggiunge quella nota contemporanea. Bella l’intesa e la complicità tra loro sul palco.
Voto 6,5
Olly con Goran Bregović Wedding and Funeral Band “Il pescatore”
Rivisitazione corale, piacevolmente caotica e ‘massiccia’ di una delle canzoni più popolari di Faber, un po’ chiamato (e forse superfluo) il finale acchiappapubblico.
Voto 6,5
Elodie con Achille Lauro “A mano a mano” e “Folle città”
Partono belli, noir e disperati, finiscono belli, noir e capaci di riempire il palco come pochi.
Voto 7,5
Massimo Ranieri con i Neri per Caso “Quando”
Scivolando lentamente verso la nostalgia. Forse era meglio tenerlo per inizio serata. A mezzanotte diventa complicato restare svegli.
Voto 5,5
Willie Peyote con Tiromancino, Ditonellapiaga “Un tempo piccolo”
Trio perfetto insieme. Le voci pulite e calde si uniscono con eleganza su un pezzo classico e senza tempo.
Voto 7
Brunori Sas con Dimartino e Riccardo Sinigallia “L’anno che verrà”
Non perde poesia, guadagna in sospensione. Palleggiano con naturalezza senza intaccare un brano che rivoluzionare sarebbe eresia.
Voto 7
Fedez con Marco Masini “Bella stronza”
Prima di scatenare polemiche su eventuali tagli di testo, sarebbe meglio aspettare e ascoltare. Ora tutti a cercare significati, parole, citazioni, riferimenti. Ce ne sono a sufficienza per riempire pagine di giornali scandalistici. Resta un brano pieno, scritto davvero. Voto 7,5
Bresh con Cristiano De André “Crêuza de mä”
Si sbaglia chi aspettava un format già sentito. Orchestra e arrangiamento sanremese danno veste nuova a un brano che sa di ruvido, vicoli stretti, pietra e salsedine.
Voto 7,5
Shablo feat. Gue, Joshua e Tormento con Neffa “Amor de mi vida” e “Aspettando il sole”
Un viaggio nel tempo tra due stelle polari della scena rap italiana. Icone sul palco dell’Ariston come fosse il salotto di casa.
Voto 8