Nuova frontiera terapeutica per i malati di Parkinson. La Fondazione Mondino - IRCCS di Neuroscienze di Pavia è pronta per il nuovo sistema di stimolazione cerebrale profonda (DBS, deep brain stimulation) tramite ‘stimolazione adattativa’. La DBS è uno dei trattamenti terapeutici proposti da Mondino che rispetto a questa patologia sta mettendo in campo nuovi strumenti, frutto dei numerosi fronti di ricerca nazionale e internazionale che si affiancano alla gestione dei pazienti sul piano clinico.
“La DBS mi ha permesso di rientrare in pista. Il mio messaggio è di non aver paura di questo trattamento e di avere fiducia nella scienza e nella vita”. Le parole di speranza sono di un paziente, Sandro De Bonis, che è tornato a insegnare, usa la bicicletta e riesce a muoversi come non faceva da tempo, dopo la diagnosi del Parkinson.
“La procedura chirurgica - aggiunge Claudio Pacchetti, specialista che si occupa degli interventi - consiste nel posizionamento di microelettrodi in specifiche aree del cervello per modificare, attraverso la stimolazione elettrica, la comunicazione delle reti neurali per produrre reali cambiamenti nella sintomatologia dei pazienti, migliorando la qualità di vita e permettendo parallelamente di ridurre la terapia farmacologica.”.
“La DBS - spiega Roberta Zangaglia, responsabile Unità operativa Parkinson e Disordini del Movimento della Fondazione Mondino - è una procedura utilizzata in questo Istituto da circa 25 anni ma la novità è rappresentata dalla ‘stimolazione adattiva’ che consente alla stimolazione cerebrale di “adattarsi” ai segnali ricevuti dal cervello stesso, fornendo una terapia personalizzata in grado di modificarsi in base allo stato clinico del paziente”.
“La regolazione adattativa - sottolinea Zangaglia – è caratterizzata dalla possibilità che il sistema ha di erogare una stimolazione “personalizzata” modificandosi e regolando la potenza della stimolazione in funzione ad esempio delle fasi ON - OFF o della presenza di particolari sintomi oppure delle diverse attività svolte nella giornata (veglia / sonno). Ciò consente quindi di ottimizzare parallelamente la terapia farmacologica, aumentare l’efficacia della neurostimolazione e ridurne gli effetti collaterali, offrendo insomma delle risposte mirate alle richieste e alle necessità del paziente”.
La tecnologia utilizzata è quella messa a punto dalla Medtronic, azienda di HealthCare Technology.
L’evoluzione tecnologica aprirà nuovi scenari di ricerca? “Sì, la rilevazione dell’attività quotidiana del cervello del paziente cronico permetterà di intercettare informazioni finora pressoché inaccessibili che aiuteranno a comprendere meglio come funziona l’organo”.
Roberta Zangaglia è responsabile dell’Unità operativa che sul fronte clinico opera con dodici posti letto con una media di circa trecentocinquanta ricoveri all’anno per Malattia di Parkinson e Parkinsonismi.
Afferiscono all’unità operativa attualmente cinque ambulatori dedicati che erogano circa millecinquecento visite all’anno ma tali ambulatori sono destinati a crescere a sette in base a un progetto di potenziamento che prevede anche l’attivazione di un ambulatorio di telemedicina.