Vigevano, Luca Colli: "Passeggiando sopra le nuvole, per qualche montagna in più"

In sala è buio. Niente appunti per fissare il meraviglioso racconto. Nessun problema. Luca Colli è un fiume in piena, racconta con una passione indescrivibile, ti prende, ti affascina, quasi ti concupisce con i suoi sentimenti tradotti in parole di stupendo ed enorme effetto.

Ieri mattina c’era già riuscito alla grande con i rampolli delle scuole cittadine. In serata si rinnova con gli adulti convenuti in massa al Cagnoni per condividere momenti di grandissimo momento.

Introducono il presidente del Rotary Club Vigevano Mortara Giovanni Paolo Rabai e Marzia Segù in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale. Luca Colli si presenta piuttosto facilmente. L’evento è dedicato alla raccolta fondi per il maxi progetto Polio Plus avviato dal Rotary per porre fine alla piaga della poliomielite, iniziativa della quale Colli è testimonial d’eccellenza. E si parte.

La sua storia ha inizio dai primi anni di gioventù quando il nonno lo avvicina alle grandi (si fa per dire) vette dell’arco alpino. E’ il Rosa a farla da padrone e che entra nelle corde intime di un Luca già allora ghermito dal richiamo della montagna.

E si continua per gli anni a seguire: si tratta prevalentemente di mini scalate condivise con gli amici dello scarpone fino alle prime “conquiste” di qualche quattromila di assoluto rispetto.

La passione vera si manifesta molto dopo. Luca legge di una corsa nel Caucaso (la Elbrus Race per la prima volta aperta a tutti i Paesi) e si butta a capo fitto in simpatici allenamenti cittadini sui ridicoli pendii lomellini. Fatto è che, dopo un rocambolesco avvicinamento al luogo di partenza, prende il via e si pazza quinto.

Legge ancora delle famose Seven Summits cioè delle montagne più alte dei diversi continenti e se ne fa un’idea fissa che lo attanaglia per una lunga serie di anni a seguire e che soddisfa a pieno per altrettante scalate che vanno dall’avventuroso alle quasi passeggiate, sempre, però, con lo scopo vero di sfide a due: lui e la montagna.

Anzi, si accorge che una disputa sul continente oceanico che indica in altre quattro vette le più alte del continente allargato, non ci pensa due volte e le scala tutte!

Il racconto si frastaglia perché ogni montagna ha le sue caratteristiche intrinseche in termini di bufere, temperature, conformazione del terreno, impegno (in ogni caso sempre estremo) richiesto per vincerle, quasi sempre in solitario anche quando le norme locali impongono la compagnia forzata di guide e/o di portatori.

C’è anche l’incredibile sfida dei picchi più rappresentativi del nostro Paese (nord Monte Bianco, sud Etna). Niente di ….più facile: Si guida fino a Chamonix, si prende una funivia all’alba, si corre sul Bianco, si scende e si riguida fino all’aeroporto di Caselle, si vola a Catania, si prosegue su un fuori strada finno all’attacco dell’Etna, si sale di corsa e in prima serata si issa una bandiera in cima a suggello del 150.mo anniversario della nascita dell’Italia unita!

Siamo già ai tempi nostri. Luca è volontario del soccorso Covid. Lo becca anche lui, anche in modo brutto. Passa settimane in ospedale sotto un casco. Inizia la riabilitazione in tempi record e, solo qualche mese dopo, è già su un paio di quattromila.

E questo è il nostro uomo. Uno che ha avuto la straordinaria fortuna di credere in qualcosa, di vedere il mondo da tanti lassù, di capire a fondo quali sono i veri valori della vita e, perfino, credere nella possibile solidarietà fra gli uomini.

Non ci vuole molto. Basta ascoltarlo per sentire, anche noi, un po’ di quanto ci racconta, di quanto ancora spera, di quanto ancora vive.