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Economia | 17 marzo 2025, 07:00

Valter Mainetti e l’itinerario dell’Art Déco in mostra a Milano

La mostra, aperta fino al 29 giugno a Palazzo  Reale di Milano presenta un affascinante itinerario attraverso 250 opere che spaziano da vetri e porcellane, a maioliche a centrotavola,  a dipinti, sculture decorative, disegni, tessuti, arredi, e abiti della haute couture, con annessi accessori e gioielli.

Valter Mainetti e l’itinerario dell’Art Déco in mostra a Milano

In occasione della grande esposizione sull’Art Déco a Palazzo Reale  il presidente di Condotte 1880 e della Fondazione Sorgente Group, Valter Mainetti, collezionista d’arte, offre un contributo della sua esperienza ed evidenzia  numerosi palazzi milanesi, espressione della corrente artistica del primo novecento. .  

La mostra, aperta fino al 29 giugno a Palazzo  Reale di Milano presenta un affascinante itinerario attraverso 250 opere che spaziano da vetri e porcellane, a maioliche a centrotavola,  a dipinti, sculture decorative, disegni, tessuti, arredi, e abiti della haute couture, con annessi accessori e gioielli.

Particolare attenzione viene dedicata alle vetrate e ai mosaici, elementi che richiamano l'atmosfera lussuosa di hotel, ville d’epoca e stazioni, così come l’arredo di mezzi di trasporto di lusso, tra cui aerei e transatlantici in voga in quel periodo. L’obiettivo è quello di celebrare la corrente artistica e architettonica dell'Art Déco, che ha influenzato vari ambiti del design e dell’arte. Valter Mainetti guida i visitatori attraverso un viaggio virtuale che include la storia e la bellezza dell’ Art Déco e segnala numerosi Palazzi che hanno risentito del movimento. 

Cosa ci ha lasciato l'Art Déco 

L'Art Déco è il movimento estetico e culturale emerso nel contesto post-bellico degli anni Venti e Trenta del XX secolo. Il suo passaggio ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama delle arti visive, dell'architettura e del design industriale. Difatti, il fenomeno si caratterizza per una sua intrinseca sinergia tra modernità e tradizione, in un ambito di rinnovamento sociale e tecnologico del mondo occidentale.

Secondo Mainetti l’'Art Déco ha saputo coniugare forme geometriche audaci, linee eleganti e decorazioni elaborate, riflettendo una sensibilità estetica che si distacca dalle rigidità del precedente stile Art Nouveau, pur conservando una certa affinità con le sue raffinatezze ornamentali. Il lascito dell'Art Déco si estende ben oltre la mera produzione artistica; poiché ha influenzato l’architettura, il design degli oggetti di uso comune, l'interior design e persino la moda.

‘’La sua capacità di integrare materiali innovativi, come l'acciaio inox e il vetro colorato con elementi tradizionali - sottolinea - ha generato un linguaggio visivo distintivo che continua a risuonare nella contemporaneità. Inoltre, l'ha definito l'identità culturale di diverse nazioni, fungendo da catalizzatore per un dialogo trascendente tra i confini geografici e temporali’’.

La mostra milanese sull’Art Déco promossa da Valter Mainetti 

Valter Mainetti dice di essere sempre stato affascinato da questo stile, in cui le forme geometriche e simmetriche, guidate da un approccio razionale, mantengono un'eleganza intrinseca con un raffinato senso del decorativismo. ‘’ I numerosi esempi di mobili e di oggetti d'arredo - rileva -  rappresentino l'epoca e uno stile senza tempo, in cui l'artigianato raggiungeva ancora livelli elevati, nonostante una produzione più ampia rispetto al passato’’. 

Il Presidente di Condotte 1880 e della Fondazione Sorgente Group  ricorda l’esposizione organizzata dalla Fondazione Sorgente nel 2012 a Roma sull’Art Nouveau, dove fu presentata una parte della storica scala in ferro della Torre Eiffel di Parigi, insieme ad altri reperti di grande valore. 

La mostra milanese - aperta fino al 29 giugno - desidera ricreare l'atmosfera e il clima dell'Europa degli anni Venti: un periodo sospeso tra due conflitti mondiali, carico di aspettative, splendore e glamour, ma anche pervaso da un inquietante incertezza. Sarà un'importante occasione per ricordare l’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi del 1925, rinviata a causa dell'inizio della Prima guerra mondiale,

E che dire dell’Art Déco italiano? 

L'Art Déco italiano si ispira alle forme classiche, che trasmettono solidità, elementi riscontrabili soprattutto nell'architettura. Valter Mainetti propone che la visita alla mostra  potrebbe essere integrata con passeggiate nella città, per  ammirare gli edifici che hanno risentito dell'influenza di questa corrente estetica degli anni Venti. 

Per esempio, la Stazione Centrale, progettata da Ulisse Stacchini nel 1912, si presenta con una facciata eclettica di grande impatto e con le sue volte in ferro e vetro che coprono i binari. Per poi continuare con l'edificio di Giovanni Muzio, costruito tra il 1919 e il 1922, noto come “Cà Brutta” a causa della sua peculiare architettura. 

Da non mancare la visita a Villa Necchi Campiglio in via Mozart, una storica residenza progettata da Piero Portaluppi che rappresenta un autentico gioiello dell'Art Déco, un’altra esperienza da fare, consigliata da Valter Mainetti. La villa conserva giardini  e interni di sintesi degli elementi razionalisti dell’Art Déco e dello stile viennese, arricchiti da opere di artisti quali il Tiepolo, E Chirico, Canaletto, Matisse, Picasso, Modigliani e l’indimenticabile Lucio Fontana

Mainetti menziona anche la Casa Radici-Di Stefano in via Jan, Palazzo Fidia progettato da Aldo Andreani e il palazzo Sola-Busca in via Serbelloni, soprannominato “Cà de l’orègia” per il curioso citofono a forma di orecchio, realizzato da Adolfo Wildt. Nonché l’emblematico esempio dell’edificio al numero 75 di Corso Buenos Aires, eretto nel 1928 su progetto di Fausto Franco e Franco Fumagalli.

Richy Garino

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