Sono trascorsi tanti anni, quasi 20, ma Giuseppe Notaro, allora luogotenente del Nucleo investigativo dei Carabinieri, ha ancora ogni momento impresso: oggi su Rai Unomattina ha ricostruito l'inchiesta delle Bestie di Satana. Inchiesta innescata dal tragico ritrovamento del corpo di Mariangela Pezzotta il 24 gennaio 2004 nei boschi di Somma.
«Capimmo che quei due ragazzi non potevano aver fatto tutto da soli». Si riferisce ad Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin - il primo scarcerato nel 2020, la ragazza a sua volta libera e impegnata in una nuova vita, con il perdono del papà di Mariangela, Silvio - che fecero un incidente stradale e chiamarono i soccorsi ma una frase di Elisabetta li tradì. L'intuito e la dedizione di Notaro e di tutto il team investigativo condussero a spalancare la porta sull'orrore, a scoprire l'esistenza della setta. Grazie anche alla tenacia di un padre, Michele Tollis, - che non si arrese mai sulla sorte del figlio Fabio, un'altra delle vittime.
«Abbiamo fatto una sciocchezza... un carabiniere sentì quella prima frase e incalzò» osserva Notaro, parlando delle successive mosse degli inquirenti, quei tabulati che portavano a Nicola Sapone, oggi l'unico in carcere insieme a Paolo Leoni: entrambi, ricorda la trasmissione, condannati all'ergastolo.
Nelle parole e negli occhi dell'ex luogotenente Notaro ancora oggi si percepiscono l'impegno e l'emozione, la precisione e l'umanità. Nel 2005 ricevette anche un encomio semplice dal comandante della Legione Lombardia per l’operazione.