Attualità - 15 ottobre 2024, 16:23

Ambiente, sempre più smog e sempre più gente che finisce in pronto soccorso…Lo dice uno studio italiano sulle polveri sottili

Il lavoro – illustrato da Andrea Rossetto, specializzando in medicina d’emergenza-urgenza all’università di Firenze, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e studente Phd alla Queen Mary University di Londra, nel Regno Unito – ha evidenziato in particolare collegamenti tra l’inquinamento atmosferico e i casi di traumi, difficoltà respiratorie e patologie cutanee

Ambiente, sempre più smog e sempre più gente che finisce in pronto soccorso…Lo dice uno studio italiano sulle polveri sottili

L’aumento dei livelli di smog, anche a concentrazioni che rientrano nelle soglie indicate dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità, corrisponde a un aumento del numero di pazienti che si rivolgono al pronto soccorso negli ospedali.

A segnalarlo è uno studio italiano, presentato al Congresso europeo di medicina dell’emergenza. Il lavoro – illustrato da Andrea Rossetto, specializzando in medicina d’emergenza-urgenza all’università di Firenze, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e studente Phd alla Queen Mary University di Londra, nel Regno Unito – ha evidenziato in particolare collegamenti tra l’inquinamento atmosferico e i casi di traumi, difficoltà respiratorie e patologie cutanee.

“Sappiamo che l’inquinamento atmosferico è dannoso per la salute, soprattutto in termini di malattie respiratorie e polmonari, e questo probabilmente avrà un impatto sui nostri servizi sanitari – ha spiegato Rossetto – Tuttavia, ci sono evidenze limitate sull’impatto delle fluttuazioni dell’inquinamento atmosferico sul carico di lavoro complessivo nei pronto soccorso”.

In collaborazione con Alessio Gnerucci del Dipartimento di fisica e astronomia dell’università di Firenze, Rossetto ha raccolto dati sui pazienti ricoverati al pronto soccorso del Careggi tra il 2019 e il 2022, per un totale di 307.279 visite eseguite. Gli autori li hanno confrontati con i dati sui livelli giornalieri di Pm2,5 e Pm10 in prossimità degli indirizzi di casa dei pazienti per un massimo di 30 giorni prima del ricovero in ospedale. Risultato: i pazienti giornalieri al pronto soccorso aumentavano del 10-15% nei pochi giorni successivi all’aumento dei livelli di Pm2,5 e Pm10. In particolare, erano i casi di traumi, difficoltà respiratorie e problematiche della pelle ad aumentare in questi giorni successivi all’aumento dello smog. I casi di traumi legati all’inquinamento atmosferico si sono verificati generalmente nei pazienti più giovani, mentre nei pazienti più anziani (over 65) le difficoltà respiratorie legate all’inquinamento erano più comuni.

“Siamo stati in grado di stimare l’inquinamento dell’aria nei luoghi in cui vivono i pazienti, e ciò ha rivelato una forte correlazione tra livelli più elevati di particolato e visite al pronto soccorso”, ha evidenziato Rossetto. “Nel nostro ospedale la maggior parte dei pazienti traumatizzati è stata coinvolta in incidenti stradali – ha chiarito – Il traffico è anche un fattore primario dell’aumento dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane. È probabile che il traffico intenso sia direttamente responsabile dell’aumento dei casi di trauma e indirettamente di un numero maggiore di pazienti che presentano difficoltà respiratorie legate all’inquinamento atmosferico”.

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