Cronaca - 25 ottobre 2024, 19:27

Bracconaggio ittico: smantellata organizzazione che operava in diverse regioni con sede logistica a Borgo Ticino

Catturavano pesci tra Po e Lambro con arpioni, elettrostorditori e reti per venderli nell’Est Europa

Bracconaggio ittico: smantellata organizzazione che operava in diverse regioni con sede logistica a Borgo Ticino

Le indagini che hanno smantellato questa organizzazione criminale, grazie a un lungo e complesso lavoro d’indagine a opera del nucleo CITES di Torino iniziato a fine 2021, hanno portato a una sentenza storica in Italia nell’ambito del bracconaggio ittico: l’applicazione di pena a sei degli otto imputati, mentre uno è stato condannato in rito abbreviato e per l’ultimo è stato disposto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste.  

LNDC Animal Protection, che aveva sporto denuncia e seguito gli sviluppi dell’attività investigativa, è molto soddisfatta della sentenza. Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection: “Ringraziamo il nucleo CITES di Torino per l’impegno profuso in questo caso molto complesso e ci congratuliamo per l’importante obiettivo raggiunto a seguito di un’operazione così estesa e articolata. Quello del bracconaggio ittico è un fenomeno molto diffuso di cui non si parla purtroppo abbastanza. Voglio ricordare che la fauna ittica è un patrimonio fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi e va tutelata esattamente come quella terrestre. Questi criminali oltre a catturare pesci in zone protette utilizzavano metodi di pesca violenti e illegali - come storditori elettrici, reti e arpioni - dannosi sia per l’ambiente, perché danneggiano in maniera irreversibile gli ecosistemi acquatici, sia per gli animali coinvolti, che muoiono con atroci sofferenze”. 

La pena maggiore inflitta è stata di due anni di reclusione e una multa di 4.500 euro, mentre tutti hanno ricevuto una pena per associazione a delinquere finalizzata al bracconaggio ittico, immissione nel commercio di alimenti non genuini, frode alimentare, commercio di sostanze alimentari nocive e uccisione di animali, con un giro d’affari di circa 200mila euro l’anno grazie a bolle e documenti di viaggio falsi. Questo gravissimo caso di bracconaggio - che si estendeva nelle acque interne di varie provincie dal Piemonte al Veneto, passando per la Lombardia e l’Emilia Romagna, con centro logistico a Borgo Ticino, in provincia di Novara - ha visto quindi una giusta applicazione di pena: un segnale chiaro e storico contro chi si macchia di questo tipo di reati, che purtroppo sono molto frequenti seppure quasi invisibili.

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