Era il 27 novembre quando un quindicenne italiano, trovandosi presso la stazione dei bus di Pavia, veniva avvicinato da due giovani cittadini egiziani che con un pretesto lo portavano in disparte per poi impossessarsi, sotto la minaccia di un coltello, del suo giubbotto e del suo cappello.
L’indagine immediatamente attivata dagli uomini della squadra mobile di Pavia non appena ricevuta la segnalazione, espletata anche tramite l’acquisizione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza cittadini, ha permesso di risalire all’identità degli autori del fatto increscioso, uno dei quali veniva rintracciato poco dopo aver commesso il reato con indosso ancora il giubbotto sottratto al giovane malcapitato ed il coltello usato per minacciare la vittima. Dopo poche ore dalla commissione del reato quindi il minore ha potuto riavere il capo sottratto.
Al termine delle ricostruzioni degli investigatori, i due minori cittadini egiziani erano stati dapprima denunciati a piede libero all’autorità giudiziaria minorile di Milano.
I fatti, valutati dalla procura della repubblica presso il tribunale per i minorenni di Milano, sono subito apparsi particolarmente gravi, anche in considerazione dei precedenti e della condotta manifestata dai due giovani indagati.
Per questi motivi, è stata presentata richiesta di misura cautelare al competente g.i.p. che ha accolto la richiesta emettendo ordinanza di custodia cautelare in carcere per un diciassettenne ed un quindicenne, entrambi di nazionalità egiziana.
Teatro degli eventi, infatti, era stata l’affollatissima autostazione del centro pavese, crocevia per i numerosissimi studenti che fruiscono dei mezzi ogni giorno per recarsi alle lezioni, una delle zone sulle quali l’attenzione degli uomini della questura di pavia e, segnatamente della squadra mobile, è sempre elevatissima.
Nella serata del 14 gennaio, infine, ricevuto il provvedimento cautelare per l’esecuzione, espletati gli ultimi accertamenti, veniva avviata la ricerca dei due autori della rapina che venivano rintracciati e tratti in arresto per poi essere condotto presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano a disposizione dell’autorità giudiziaria procedente.