Ha ufficialmente preso il via il progetto di ricerca Spectra-Breast che mira a migliorare la chirurgia conservativa della mammella per il trattamento del tumore al seno. Finanziato dall’European Innovation Council nell’ambito del programma Pathfinder Open 2024 per un importo di 3 milioni di euro, il progetto della durata di 4 anni vede il coinvolgimento di un consorzio di sei istituzioni di eccellenza con l’obiettivo di sviluppare uno strumento in grado di fornire ai chirurghi informazioni in tempo reale sulla presenza di cellule tumorali residue in fase di resezione, riducendo così il rischio di recidiva e la necessità di re-interventi.
Capofila del progetto è l’Irccs Maugeri di Pavia, in collaborazione con Nireos e Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Fotonica e Nanotecnologie (Cnr-Ifn), esperti in imaging iperspettrale e spettroscopia, Politecnico di Milano, che fornisce competenze ingegneristiche in ottica e robotica, RiverD, azienda specializzata nell’uso della spettroscopia Raman in medicina e Universidad Polite’cnica de Madrid, impegnata nello sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. “Una donna su 8 sviluppa un tumore al seno e la chirurgia conservativa, laddove possibile, è la prima scelta per il trattamento della patologia in stadio precoce – spiega il professor Fabio Corsi, responsabile della Breast Unit di Maugeri – tuttavia, la presenza di cellule tumorali sui margini chirurgici dopo la resezione non è infrequente e rende necessario un secondo intervento per scongiurare il rischio di recidive, con disagi per le pazienti e costi per il Sistema sanitario nazionale”.
Questo accade perché oggi il chirurgo che asporta la massa tumorale non dispone di uno strumento che gli consenta contestualmente di stabilire se è stata rimossa una superficie sufficiente di tessuto e deve attendere gli esiti del laboratorio di anatomopatologia per capire se occorre intervenire su porzioni più ampie di tessuto. “Lo strumento a cui stiamo lavorando, basato sulla luce e non distruttivo, sarà applicabile in tempo reale durante la chirurgia e potrebbe rappresentare una soluzione innovativa che permetterà ai chirurghi di ricevere, già in sede di intervento, informazioni precise sulla presenza di malattia sui margini del tessuto rimosso”, spiega il dottor Carlo Morasso, coordinatore del progetto e responsabile del Laboratorio di Nanomedicina e Imaging Molecolare di Irccs Maugeri Pavia.