(Adnkronos) - "E' un'ammissione pubblica di un crimine di guerra, compreso l'uso della fame come arma, e la negazione a civili innocenti di beni di prima necessità, come cibo, medicinali, acqua e carburante per la settima settimana consecutiva". Questa l'accusa di Hamas, dopo le parole arrivate ieri da Israele sul blocco delle consegne di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
Il riferimento è all'annuncio del ministro della Difesa Israel Katz, che ha parlato dello stop di Israele alla distribuzione degli aiuti nella Striscia in attesa che "venga creata in futuro una infrastruttura per la loro distribuzione attraverso società civili", per evitare che Hamas possa assumerne il controllo e per depotenziare il potere dell'organizzazione sulla popolazione.
La politica di Israele a Gaza è quella di assicurarsi "prima e come cosa più importante di fare ogni sforzo per la liberazione di tutti gli accordi nel quadro dell'intesa raggiunta da Steve Witkoff e di costruire ponti nella direzione di una sconfitta futura di Hamas", ha quindi dichiarato il ministro, sottolineando che sono stati fatti sfollare centinaia di migliaia di residenti della regione, con il dieci per cento del territorio aggiunto alle zone di sicurezza (la zona cuscinetto con la Striscia di Gaza che ora include il 20 per cento del territorio).
Hamas starebbe intanto discutendo l'ultima proposta israeliana per un accordo sul rilascio degli ostaggi trattenuti a Gaza A dirlo ad al Jazeera è Mahmoud al-Mardawi, un alto funzionario dell'ufficio politico di Hamas. "La questione delle armi non è negoziabile e accetteremo un accordo che includa la cessazione della guerra e un ritiro completo", ha aggiunto. "In nessun caso e in nessun modo le armi saranno negoziabili", le parole del funzionario.
Hamas fa sapere quindi di aver quasi concluso le consultazioni sulla proposta, hanno confermato all'Afp due esponenti del gruppo. "Sono quasi terminate - ha detto una fonte all'agenzia - e il gruppo invierà la sua risposta ai mediatori una volta che si saranno concluse. Dovrebbero terminare a breve, forse oggi stesso". Le dichiarazioni sono state confermate da un altro esponente di Hamas.
Intanto, secondo un articolo del Wall Street Journal, Hamas non avrebbe abbastanza soldi per pagare i suoi combattenti. Il giornale afferma infatti che gli attacchi israeliani delle ultime settimane contro alti funzionari del braccio finanziario dell'organizzazione, nonché il blocco della fornitura di beni umanitari, starebbero creando una grave carenza di liquidità. Ciò significa che molti dipendenti pubblici nella Striscia di Gaza hanno smesso di ricevere il loro stipendio, mentre i combattenti e gli alti dirigenti politici dell'organizzazione ricevono solo circa la metà dei loro salari.
La Protezione Civile di Gaza ha intanto reso noto che 21 persone sarebbero state uccise negli ultimi attacchi aerei israeliani, di cui 15 in un raid contro le tende che ospitavano sfollati nella zona di Al-Mawasi. La maggior parte delle vittime sarebbero donne e bambini, ha affermato l'organismo guidato da Hamas.